giovedì 25 gennaio 2018

Tra presentazione e rappresentazione: mente e tempo (narrazione)

Come già illustrato brevemente nel primo incontro, la scrittura scenica considera importante il testo quanto un oggetto, un gesto, una relazione corporea sulla scena. Questa valorizzazione degli altri aspetti oltre al testo - la testa - assume particolare valore a scuola ove la stessa dominanza cognitivista pur superata dalla ricerca psicopedagogica resiste in un set che ancora riproduce modelli ottocenteschi di passività e controllo.
A partire dagli anni Cinquanta e Sessanta, con le neoavanguardie, "la scrittura scenica", diventa elemento centrale rispetto al ruolo guida del testo letterario che viene considerato estraneo alla consistenza scenica del linguaggio. In questa prospettiva la "scrittura scenica" viene praticata dai grandi registi e teorici del primo Novecento e dagli uomini di teatro del secondo Novecento i quali, con diverse strategie culturali e in differenti momenti storici, hanno dimostrato di avere la comune volontà di ricercare un nuovo approccio nei confronti degli elementi che compongono lo spettacolo. Nel Dizionario del teatro di Patrice Pavis la scrittura scenica è cosi definita:

"La scrittura (o arte ) scenica consiste nel modo di utilizzare l'apparato scenico per mettere in scena in immagini concrete – i personaggi, il luogo e l'azione che vi si svolge. Tale “scrittura” non ha nulla in comune con la scrittura del testo: essa indica, metaforicamente, la pratica della messa in scena, che dispone di strumenti materiali e tecniche specifiche per trasmettere un significato allo spettatore". 



Risulta evidente, dunque, che essa sottende una "intenzione" del linguaggio scenico, un modo di indirizzarlo in una direzione precisa e pensarlo secondo una certa articolazione.
Il termine "scrittura scenica" é stato introdotto nel lessico teatrale da Roger Planchon nel 1961. Il regista francese equipara la scrittura della scena a quella del dramma e addirittura anche a quella del romanzo, sostenendo che la scena è un testo a se stante che presuppone per la sua realizzazione una scrittura con una sua logica interna, una sua grammatica, una sua forma, una sua intenzione.
Per Planchon un movimento, una scenografia, la scelta di un colore, hanno un valore creativo analogo a quello del testo drammatico nel delineare il senso complessivo dell'opera teatrale.

Si può dunque parlare di scrittura scenica quando, nella costruzione del dramma, i codici scenici intervengono in maniera autonoma e in prima persona trasformandosi da elementi illustrativi in elementi costitutivi dello stesso, quando l'azione teatrale si sposta dalla pagina alla scena e ciò che accade materialmente sul palcoscenico non é l'illustrazione di quanto é prescritto nel testo drammatico, ma è azione essa stessa, primaria e autoreferenziale, processo operativo e creativo diretto. Praticare la scrittura scenica vuol dire dare dignità e valore di significato a tutte le componenti dell'evento teatrale quali spazio, suono, parole, musica, gesto, movimento, oggetti, affrancandole dalla funzione di essere semplici illustrazioni o traduzioni di un testo (da Il teatro materiale nella drammaturgia di Samuel Beckett di Alessia De Martino).



Il TEMPO, come lo SPAZIO il primo giorno, focalizza l'attività: si sottolinea la nostra interpretazione del tempo, come spaziale, lineare. Si evidenzia come il movimento sia reale e si accenna, lasciando anche qui aperta la questione, al tempo come misurazione di movimenti relativi...
Si distingue il movimento del braccio, ad esempio, ed un filmato del movimento dello stesso braccio. Il braccio quando non è nella posizione iniziale e finale dove si trova?
Secondo la nostra interpretazione "cinematografica" della realtà, nei vari istanti...
Dopo un accenno agli argomenti paradossali di Zenone - della freccia e della gara tra Achille e la tartaruga - ove la freccia non arriva mai a destinazione e Achille non raggiungerà mai la tartaruga, data la divisibilità infinita dello spazio, si evidenzia l'apparenza percettiva del movimento nel cinema (come l'astrattezza del pensiero matematico).


Consegna della mattinata è la scrittura, ambientazione ed eventuale realizzazione in video di una narrazione (fatta di oggetti, luci, azioni, vuoto...), timeline, montaggio.









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Programma

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